giovedì, settembre 11, 2008

Capitolo XC - La Fine Non E' La Fine

Non volevo riportarla a casa, così l’ho portata all’università. Non le ho detto niente, lei man mano capiva, ma continuava a domandarsi perché. Dopo aver parcheggiato, senza fare domande mi ha seguito fino al cancello, aperto.

- Cosa vuoi fare? Perché dovremmo entrare? Le lezioni iniziano tra una settimana.
- Ti propongo una scommessa. Dobbiamo entrare nel “velodromo” e, facendo le scale, arrivare in cima, poi uscire verso la sommità della scala antincendio. Ok?
- Ma perché?
- L’ultimo che arriva prepara la cena.

Non le lascio tempo di fare altre domande, mi avvio verso l’entrata, aspetto che la porta automatica si apra e inizio a correre a perdifiato.

Lei mi segue.

Mentre corro penso a tutte le cose che ho fatto quest’anno, a tutte quelle che mi ero riproposto di fare e non ho fatto, a tutti i dischi che ho ascoltato. Tutto ciclico, tra pochi giorni si ricomincia. Il capodanno è spostato ad oggi. Ormai sembrano tante le cose che ho condiviso con Isa, film, amici, uscite. Eppure non mi sento ancora parte di questo, come se qualcosa dovesse succedere, come se fossimo en train de. Lei così lontana da me probabilmente non si sente, non se ne accorge. L’ho portata qui per farla ricominciare, perché forse io volevo ricominciare. La nostra storia sono certo non supererà l’anno, perché ho sempre rovinato tutte le cose belle che mi sono capitate, perché non mi basta mai niente, perché in fondo, sono il primo a sapere che non è la ragazza giusta. Finirò per accontentarmi di qualcun’altra meno bella, meno intelligente, arrivata nel momento in cui avrò paura di rimanere solo. Per ora corro tra un piano e l’altro pensando a quanta sicurezza ho acquistato e perduto e come ho mitigato il mio modo di rapportarmi con gli altri, di come abbia imparato ad apprezzare anche chi con me non ha molto in comune. Sono approdato qui esageratamente alternativo, ne sono uscito normale. Normale, uno dei tanti, non mi sforzo più di comunicare agli altri le mie peculiarità, ho capito che non interessa a nessuno, non è essere unico che ti rende migliore. Vorrei essere parte di qualcosa, essere ricordato, non morire mai.

Arrivo, ultimi gradini, esco. La scala antincendio mi regala una vista nuova, ormai è quasi il tramonto e il maestoso edificio a fianco, da cubo di cemento si trasforma in una cattedrale silenziosa. Guardo tutto intorno e taccio.

Lei arriva, esce dalla scala di fianco alla mia.

Mi guarda e urla qualcosa, ma io non riesco a capire cosa dice.

Non riesco a capire cosa dice.