mercoledì, settembre 20, 2006

Capitolo XXXVIII - Charlotte

[...]Non fraintendete, non era una bugiarda, era quel tipo di ragazza che preferisce omettere. Il problema era che aveva omesso ai suoi di aver tentato il suicidio diverse volte. Questo fino ai 15 anni, quando fu scoperta. Se pensiamo che questa volontà si manifestò dal compimento dell’undicesimo anno e fu reiterata fino al quindicesimo, la faccenda assume connotati grotteschi; voglio dire, la causa scatenante non può essere nemmeno annoverata sotto la voce “settimana storta”.

In ordine temporale i più celebri tentativi di suicidio eseguiti da Charlotte:

1. Ingoiare le 11 candeline della torta di compleanno. Erano 11, troppo poche. (Non so quale sia la dose letale, in ogni caso, credo che questo metodo possa tornare utile con l’avanzare del tempo.)
2. Tentare di rimanere nella posizione del morto in piscina. Ovviamente con il volto immerso. (Non è riuscita a trattenere il respiro per più di una ventina di secondi.)
3. Cercare di diventare un parafulmine umano, una volta issatasi sul tetto di casa. (Non mi è del tutto chiara la dinamica, ma pare si fosse issata durante una nevicata e non un temporale.)
4. Cercare di farsi trafiggere da un aquilone in caduta libera. (Evidentemente l’altezza dalla quale era partita la picchiata del suddetto mostro dei cieli non era abbastanza elevata. Va da se che il fatto che fosse costruito con materiali scadenti abbia inequivocabilmente permesso alla giovine di sopravvivere all’impatto.)
5. Tentare di cadere da un albero. Il problema era salirci. (In ogni caso questo resta, fino ad ora, il tentativo che si è maggiormente avvicinato allo scopo. Il braccio infatti si è lievemente scorticato sotto il gomito, che ancora oggi presenta una piccola cicatrice, almeno così mi hanno detto.)

E infine il mio preferito…

6. Tentata autoimpiccagione. (In effetti la piccola passò circa una settimana a studiare i nodi scorsoi, a imparare la loro composizione e il corretto utilizzo. Durante questa settimana si esercitò con i lacci delle scarpe. Una volta pronta e sicura di poter giungere dritta alla meta, si rese conto di non avere una corda abbastanza spessa e resistente; non sapendo dove reperirla si scervellò su chi mai potesse vendere una corda da impiccagione, in Svizzera. Motivata ma sull’orlo di una crisi di nervi si presentò al primo negozio di utensileria, tuttavia le fu impossibile acquistare il tanto agognato prodotto a causa di una legge che ne vietava la vendita ai minorenni. Così, dovette ripiegare su una sorta di corda di seconda scelta per imballaggi, tranquillamente acquistabile anche dai non maggiorenni. Quando il tutto fu pronto non fu la corda a tradirla ma il lampadario alla quale la sottile fune era stata legata. Esso venne giù trascinando alcune con se parti di intonaco. Ancora una volta il tentativo era fallito.)

5 Comments:

Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

Ma chi cazzo è Charlotte???

5:59 PM  
Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

Ma chi cazzo è Charlotte???

6:00 PM  
Blogger Narc Ha Detto Di Me

pura invenzione per permettermi questo escursus

6:48 PM  
Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

Bellissimo!

10:35 PM  
Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

non scrivi male, anzi. sono le cose che racconti, che tradiscono il cattivo gusto.

7:49 PM  

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