mercoledì, maggio 16, 2007

Capitolo LV - Stella Was A Diver And She Was Always Down

La prima persona che vedo appena messo piede in questa casa coloniale è Tommaso.
- Che ci fai qui?
- Amico di amici di amici. Tu uguale?
- No, io amico di Mario.
- E chi è?
- Il tipo che ha organizzato.
- Ah!
- Come procede l’analisi statistica?
- C’ho rinunciato, sai quanto tempo mi portava via?
- Non perché era una cazzata?
- Non è una cazzata quella cosa lì.
Valeria l’ho già persa di vista, sono venuto con lei ma in pratica ci siamo dati appuntamento tra 3 ore. Mentre parlo con Tommaso però sento qualcuno che mi tocca sulla spalla.
E’ Mario.
Fa cenni equivoci, tipo vieni di lì che ho una partita di droga. Andiamo.
Mi trovo immerso da gente che non conosco e a cui mi devo presentare. Tra tutta questa gente ci sono le tanto famigerate “ragazze da piazzare”. Alcune sono anche carine, ma sono così ubriache che non si ricorderanno né nomi né facce. Sto lì 5 minuti poi mi dileguo, se sarà il caso tornerò.
C’è Tommaso che mi ha aspettato.
- Non è male qui.
- No affatto, i miei amici sono già tutti sistemati per la serata, quindi caro Marcello mi sa che dovremo avere una liason anche io e te.
- Giusto per rimanere in tema.
- Sì esatto. Non mi racconti niente di nuovo?
- No, niente.
- La tizia con cui ti ho visto arrivare?
- Valeria, compagna di corso.
- Carina.
- Sì.
Tommaso mi fa un segno con gli occhi e poi mi sento toccare la spalla, un’altra volta.
Mi giro.
- Mario dimmi.
Non è Mario, è una ragazza. E’ mora, occhi chiari. I lineamenti sono dolci, si sposano con i vestiti e l’atteggiamento piuttosto insicuro.
- Scusa, tu non fai la classe 6?
- Sì, anche tu no?
- Sì sì, piacere Stella.
- Marcello.
- Scusami se ti interrompo ma sai, non conosco nessuno. Sei la prima faccia amica che incontro da mezz’ora a questa parte.
- Figurati, posso dire la stessa cosa.
- Ma se stavi parlando!
- Ma non è una faccia amica…
Tommaso si fa una risata e si allontana.
Io e la ragazza andiamo verso il banchetto degli alcolici.
Incrocio Isa che mi saluta, mi dice due cose due. La seconda è: ti chiamo prossimamente.
Stella saranno 10 minuti buoni che mi parla di niente, però la sto ad ascoltare, anche perché mi ci trovo stranamente a mio agio.
In classe non l’avevo mai notata, e comincio a chiedermi come sia stato possibile. Sorride spessissimo, è un tipo decisamente solare. Mi racconta di essere una tuffatrice, originale, penso. Mi capita di fissarle le pupille con attenzione e scorgo che c’è qualcosa di triste nei suoi occhi, ben nascosto, malinconia forse, non so di che. Noto solo dopo un po’ che quando dice qualcosa di ironico o sorride a qualcosa di ironico detto da me fa l’occhiolino. E’ impercettibile, un movimento rapidissimo, splendido. Cerco di farla ridere il più possibile dato che mi piace immensamente quel tic volontario che regala ogni qual volta ci riesco.
In un certo senso è la ricompensa per essere venuto.

1 Comments:

Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

due cose due.
ti voglio bene.

2:27 PM  

Posta un commento

<< Home