martedì, luglio 10, 2007

Capitolo LXI - Pausa Caffè

Mentre prendiamo il caffè non fa altro che parlare di lei e Isa. Che si sono conosciute al liceo, che sono amiche, che si sono ritrovate per caso qui. Mi è venuto naturale pensare che fosse strano che tra amiche non si sapesse in quale università si sarebbe andato a studiare, la ritenevo una sciocchezza. Stella mi ha risposto che prima si conoscevano quasi di vista, classi differenti, poi qui hanno stretto i rapporti. Mi ha anche confessato che in realtà quando ha fatto il segno del “ti telefono” alla festa, era indirizzato a lei e non a me. Ha detto poi lei di chiamarmi, per non destare sospetti, e soprattutto delusioni. Mi chiede se mi piaccia Isa. Non lo so. Per fortuna non mi chiede se mi piaccia lei. Non avrei saputo rispondere nemmeno a questa domanda. Comincia a parlare del liceo, “che qui è tutto diverso”, “che al liceo le vacanze erano vacanze”, “che il liceo apre la mente, mentre l’università è settaria”. Evidentemente io non ho fatto il liceo, non il suo. Mi sono divertito poco, Martina è tutto il resto, anche senza Martina. Mi ricordo che ero entusiasta del primo giorno di scuola, quando incontrai per la prima volta tutti. Poi il resto tralasciabile. Me ne sono andato infatti, venendo in una città che non conoscevo, e non conosco tutt’ora. Qui è un po’ meglio, perché con il fatto che mischiano le classi ogni anno, ho più “primi giorni di scuola”, ma è l’aria che è un po’ diversa, mi sento meno vessato da compiti e verifiche. A Stella si illuminano gli occhi a parlarne, a me si incupiscono.
Mi dispiace non averne goduto a pieno del liceo, di quello che tutti dicono essere il miglior periodo della propria vita, ma evidentemente ero occupato a fare altro.
Io mi bevo il mio caffè e penso a tutte queste cose, lei intanto parla. Mi dice che domani studia in biblioteca con Isa, che vorrebbe che ci fossi anche io e tutte queste stronzate qui.
Mi da fastidio venire apposta per studiare, ma l’occasione è buona, anche perché sicuramente si studierà per un’ora e poi si andrà in giro per Milano.
Milano è molto bella quando non piove, quando c’è il sole. Io non so mai cosa cazzo farci, mi sono sempre sentito di passaggio. Non sono mai andato all’idroscalo e nemmeno al parco Sempione. Conosco piazza Duomo, Via Torino, Via Mazzini, Brera e Cadorna. Non ho visto niente, in due anni che ci sto. Non ne sento la necessità però, dato che credo non tornerò mai definitivamente a casa. Sono convinto che pian piano maturerò una conoscenza discreta di una città che mi vuole tanto bene, ma che io filo poco.
- Hai una sigaretta?
- Siamo già passati al “quel che mio è tuo”?