sabato, luglio 14, 2007

Capitolo LXII - Grandi Preparativi

Mi guarda male, forse non ha capito che stavo scherzando. Allargo il sorriso, così forse capirà. Dovremo tornare dentro finita la sigaretta e non voglio starle addosso. Già la cosa di Spilamberto mi ha fatto perdere decisamente punti. Quasi fosse un gioco a premi.
Ci raggiunge Valeria con suo fratello, che evidentemente non ha niente da fare. Mai. Mi saluta come si salutano i fratellini, scompigliando i capelli, si presenta a Stella e poi mi spiega il perché della visita. Per farlo ci allontaniamo di una ventina di metri, lasciamo parlare le ragazze tra di loro.
Mi spiega il perché della visita. E’ sempre un po’ misterioso lui, e la cosa che mi da più fastidio è che alla fine tutta questa suspance si materializza in una cazzata del tutto normale.
- Deve farmi vedere il tipo che le piace.
- Ah.
- Stanno quasi insieme…
- E quando se lo sarebbe fatto?
- Alla festa, ma tu eri troppo preso da quella lì, mi ha raccontato.
- Beh Davide, devi ammettere che è carina, e comunque non è vero.
- Con metà frase affermi, con metà neghi.
- E’ un dato che sia carina.
- E’ un dato anche che ti interessi.
- Sei venuto anche per vedere quella che piaceva a me?
- Un po’ sì, lo confesso.

Entriamo e finalmente ci sediamo. A Davide viene indicato il tizio in questione.
- No dai, fa cagare! Chi cazzo è?

Mi accodo.
- Visto che non lo penso solo io?
- La verità è che non capite niente di uomini. Vero Stella?

Stella non risponde. Prende appunti. Aggiunge scrivendo a penna su un foglio spiegazzato che: “a me piacciono solo gli uomini brutti”. Valeria mi da una gomitata, che non capisco stia per “hai chance” o “sei brutto”, in ogni caso non è un complimento. Si stende un velo pietoso sulla cosa.
Il resto della lezione passa tutto così, con Davide e io che cerchiamo di far valere i nostri commenti estetici sul ragazzo in questione e Valeria che dice che non capiamo niente e che siamo invidiosi. Che poi mi domando, io vabbe, potrei anche essere invidioso del fatto che se la fa, ma a Davide non credo interessi molto.
- Invidioso di che?
- Del fatto che è bello…
- Ma non è bello per un cazzo sorellina. Fa proprio cagare.
- Balle.

Davanti a così tanta dialettica Davide capitola. Usciamo e mangiamo in mensa, poi lui se ne torna a casa, che “ha da fare”, cosa poi?
Scappo anche io. Ho da fare sul serio, mi devo fare bello per domani, e vi assicuro che è un lavoro che richiede tempo, oltretutto sono fuori con la tabella di marcia per fare Milano - Lourdes andata e ritorno in giornata, dovrò ripiegare su qualche santuario più a buon mercato.