sabato, marzo 01, 2008

Capitolo LXXXII - Breakfast Club

Alle 10 si è presentata a casa mia e mi ha svegliato con l'urlo del citofono. Le ho aperto in pigiama, uno di quelli improponibili a rombi viola e grigi. Mi ha allungato la colazione e mi ha scompigliato i capelli.

- Allora che facciamo oggi?
- Devo scrivere il lavoro finale.
- Non andiamo al parco?
- Direi di no, anche perchè poi al parco c'è quella gente che suona i bonghi e si fa i cannoni, non è un ambiente prolifico per lo studio.

Si è subito pentita di avermi chiesto di andare al parco, ha il suo solito sguardo triste, lo volge altrove.

- Isa ma una di quelle tue feste non ce ne sono più? E' da un po' che non ci andiamo...

Sì è voltata ed ora è piuttosto stranita. Ha la faccia che hanno i giovani attori che vincono a sorpresa gli oscar.

- Sì beh c'è una festa a casa di qualcuno, tipo tra un paio di giorni.
- C'andiamo?
- Il tizio mi sta sul cazzo però vabbè, se vuoi andare...
- Voglio provare.
- Cosa?
- A vedere che effetto mi fa.

Sembra dubbiosa sul mio gioco. In realtà mi sono messo in un vicolo cieco. Non volevo andare al parco, però non riesco a vederla triste, ed ultimamente lo è quasi sempre.
Addento il cornetto e chiedo quale dei due caffè, che ha portato in quei bicchieri di carta con sopra il coperchio, è mio.

- Quello con sopra scritto caffè macchiato per Marcello.
- Ah sì. Quanto zucchero c'hai messo?
- Una bustina.
- Come facevi a sapere che volevo una bustina?

Si ferma a pensare, cerca di ricordarselo, ma sono certo di non averglielo mai detto.

- Non lo so, lo sapevo e basta.