martedì, maggio 16, 2006

Capitolo XIII - Blow-Up

Non so perchè quando la gente prova a timbrare il biglietto in quelle macchine che prendono solo gli abbonamenti, io provo una sadica soddisfazione. Sto zitto e li guardo, loro non capiscono. Io continuo ad osservarli e studio il loro comportamento. Credo sia una prova di intelligenza, quanto durerà l'agonia prima di accorgersi che quella macchinetta non può essere usata per quel biglietto?
Torno e vedo due ragazzi che in via Paolo Sarpi, praticamente al monumentale, scattano alcune foto. E' un servizio professionistico, troppa gente intorno, lui moro con i capelli lunghi fino alle spalle, lei biondina con la pelle molto chiara, entrambi con gli occhiali, entrambi non particolarmente belli, posano. Suppongo sia una pubblicità di occhiali. A meno che il fotografo non abbia capito un cazzo e abbia cercato, suppongo senza successo, di fotografare da 50 cm i modelli sperando di cavarne fuori le immagini per la collezione estiva di maglie e/o jeans. No, erano foto per gli occhiali, mi fido del fotografo. Era un tipo in gamba. Aveva un aggeggio enorme intorno alla macchina fotografica, questo testimonia che era in gamba. L'aggeggio era una specie di parabola posta intorno all'obiettivo, ne ignoro l'uso. La macchina me la ricordo verde, ma il buon senso me ne fa dubitare. Di solito le macchine sono nere, ecco. La cosa affascinante era il modo di posare. Fintissimo. Si muovevano a rallentatore come chi vuole imitare i robot, ballo molto in voga negli anni '80. Si fermano un secondo, il tizio scatta, cambio di posizione. Vedere la tua faccia ovunque, e nessuno sa perchè sei lì, come hai fatto a essere lì, dov'è lì? In questo caso lo sappiamo dov'è, l'ho detto prima. Il fatto è che la fotografia mi inquieta. Personalmente l'ho sempre trovata morbosa nei miei confronti. Io odio apparire nelle foto, mentre mi piace molto una bella fotografia, molto più di un quadro. Oggi ho visto Il Fascino Discreto Della Borghesia. E' bello. Ho pensato però in continuazione a Blow-Up, film fantastico. Proprio perchè la foto sigilla qualcosa di noi, e non tutti vogliono; vi ricordate la donna alla disperata ricerca del rullino? Non tutti vogliono vedersi nel passato, anzi molti lo vorrebbero cancellare.

Certo che un bell'ingrandimento ti fa notare cose nuove, è un'altra foto che ne scaturisce, e, come tale, racconta un'altra storia.

1 Comments:

Anonymous Anonimo Ha Detto Di Me

la foto cattura attimi di (ir)realtà
come noi vogliamo, come noi vediamo

11:20 PM  

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