mercoledì, settembre 27, 2006

Capitolo XXXIX - Matrice Inattendibile Del Genere Femminile

Io e Tommaso viviamo entrambi a Milano, lui però è più socialmente accettato. In realtà è semplicemente più a suo agio nell’ambiente universitario di quanto non lo sia io. La differenza sta anche nelle rispettive distanze mattutine da percorrere per recarsi in facoltà. Lui abita a 5 minuti dal Politecnico, e parlo di 5 minuti a piedi; io mi devo fare 45 minuti di tram/metro/tram per arrivare in Bocconi. Usciamo sempre a prendere qualcosa da bere il mercoledì sera. Di solito discutiamo o di musica o di donne. Di calcio no, per il semplice fatto che non ne capisce niente. Eravamo anche compagni di liceo. Da allora, sta lavorando ad una specie di campionario del genere femminile. Ama raccogliere i dati di ogni esemplare con il quale viene a contatto per creare un sofisticato campione di analisi, cosicché da poter esaminare sia le proprie frequentazioni che le effettive medie di successo, scarto quadratico della media, moda, frequenza cumulata di successo, il tutto sia per distribuzioni di unità che di frequenza.

Lo stadio iniziale di analisi prevede quattro macroclassi nelle quali far confluire il campione. Le quattro macroclassi sono il risultato di una tabella avente due variabili: attitudine, percentuale di riuscita. Ecco la matrice che ne risulta:

Attitudine Troia X Percentuale di riuscita Elevata= Thank You
Attitudine Seria X Percentuale di riuscita Elevata= Sitting Duck, Wrong Blonde
Attitudine Seria X Percentuale di riuscita Scarsa= Glamour
Attitudine Troia X Percentuale di riuscita Scarsa= Mela

Fate bene attenzione a non travisare il significato della variabile “percentuale di riuscita”, infatti essa non sta a rappresentare un valore relativo, ma uno oggettivo. Quella variabile non è inversamente proporzionale alla bellezza della corteggiata o direttamente proporzionale alla bellezza di chi la corteggia, ma è funzione dell’effettiva concorrenza maschile riguardo la medesima. Una ragazza non particolarmente bella, ma per svariati motivi, molto corteggiata può rientrare nella categoria Glamour o Mela (quale delle due dipende da lei, o meglio, dalla percezione che noi abbiamo di lei). Il concetto che sta alla base del ragionamento è che ogni persona decide in base alle opzioni disponibili, quindi in base al numero di corteggiatori, minore concorrenza uguale maggior percentuale di riuscita.

Breve spiegazione dell’origine del nome di ogni singola macroclasse e relativo significato.

Thank You. Il nome deriva da una maglietta davvero originale presente nel catalogo di un sito internet (http://www.threadless.com/). In questa maglietta non vi sono altro che acconciature private del volto che le sosteneva e sotto appare in carattere sbalzato la scritta “Thank You”. Per chi non l’avesse capito, le pettinature stanno a rappresentare tutte le ragazze con le quali colui che indossa la maglietta “ha avuto a che fare”, ma delle quali, irrimediabilmente, non ricorda nemmeno il volto. Ragazza assolutamente disponibile, in più di un senso, la Thank You è spesso la tizia che conosce tutti, ma non ha frequentazioni fisse. Ha poche amiche, al massimo 3, anch’esse appartenenti alla suddetta classe. E’ frequentemente ferma a parlare con qualcuno in ogni singola festa alla quale avete partecipato. Di solito mentre parla ha in una mano un bicchiere di birra e nell’altra la sigaretta. Non è particolarmente affascinante, e di solito si veste in maniera eccessiva, spesso di nero. Il taglio grosso modo è sbarazzino.

a. Sitting Duck. In gergo del tiro al piattello questo termine designa un bersaglio facile da colpire. Dall’inglese papera (duck) sitting (seduta). La cosiddetta Sitting Duck non è per sua natura una gran comunicatrice, ma il più delle volte si dimostra una piacevole compagnia, se non altro perché non sbilanciandosi troppo risulta comunque sempre ben disposta a seguire ogni discussione, e perché, in fondo, quello che tutti vogliamo è essere ascoltati. La ragazza in questione è discretamente carina ma per una strana congiunzione di eventi, al momento, non ha una folta schiera di ragazzi che le fanno la corte. I motivi possono essere diversi, dalla rottura improvvisa di un lungo legame, alla scoperta, che voi farete troppo tardi, che si tratta di una tremenda rompicoglioni.

b. Wrong Blonde. Preso pari pari dalla citazione riguardante un episodio della vita di Auden che viene fatta da Tondelli in Camere Separate, è in genere la sottocategoria che riserva le storie più a lungo termine. In parole povere si tratta della ragazza sbagliata al posto e al momento giusto. Per fare un esempio, la Wrong Blonde è la classica ragazza che si presenta a ridarvi il quaderno degli appunti che avete meticolosamente prestato alla sua amica, la quale non aveva il tempo di riportarvelo. Ovviamente voi eravate più interessati alla ragazza che al quaderno, ma poi, da cosa nasce cosa, e finite per capire che siete grati a Dio che, proprio quel giorno, la prima ragazza non avesse avuto tempo. Con uno sforzo di generalizzazione questa categoria può essere estesa a tutte le amiche carine di una ragazza particolarmente ricercata, e ampliata ulteriormente inserendo anche quelle ragazze che subito non vi avevano dato un’ottima impressione, ma poi sono state in grado di colpirvi positivamente, o quelle che in un primo momento non avevate notato, e che senza volere sono divenute una presenza costante nei vostri pensieri.

Glamour. Definizione attinente a quelle ragazze dalla bellezza un po’ algida e sofisticata, che sono quanto mai poco disponibili all’abbordaggio maschile. Sempre rigorosamente tirate a lucido, sia che abbiano uno stile casual o più serioso, fanno molta attenzione a come si vestono e che idea di loro lasciano percepire agli altri. Esattamente il genere di ragazza che si interessa di moda e che legge le riviste del settore, come Glamour appunto. Apro parentesi: come cazzo si fa a spendere dei soldi per leggere un giornale di pubblicità? Chiudo Parentesi. La ragazza Glamour è mediamente dotta di musica, cioè si ferma all’indie, intendiamoci, e ha una discreta conoscenza cinematografica. La ragazza Glamour, nelle sue varietà estere, ma residenti a Milano, ha buone chance di essere una modella, nel qual casa lasciate assolutamente perdere perché oltre a non avere alcuna possibilità, vi toccherà esercitare in maniera avvilente il vostro mediocre inglese.

Nota: Alcune ragazze che al primo impatto possono sembrare Glamour potrebbero risultare invece essere delle classiche Wrong Blonde da conoscenza approfondita. Da quello che ho capito, in particolare questa ultima microclasse risulterebbe essere la preferita da Tommaso, e non è nemmeno disdegnata dal sottoscritto.

Mela. Riconosciuta sostanzialmente come il frutto del peccato la mela ben si presta a questa metafora. In questo caso si parla di ragazze piuttosto sofisticate ma che hanno tutta l’aria di essere piuttosto avvezze a scopate senza impegno. Le suddette sono spesso di famiglia benestante e vestono rigorosamente con la firma ostentata. Questo è un segno di riconoscimento dalle Glamour, che invece, pur indossando capi molto simili, tendono a prediligere l’esibizione dell’accessorio o della sofisticatezza di certi abbinamenti, rispetto alla firma, questo per esaltare la loro personalità e il loro gusto. Il trucco per il riconoscimento non è però infallibile, mentre è sicuramente più attendibile osservare le frequentazioni della ragazza, e in particolar modo, venire a conoscenza del numero di soggetti dell’altro sesso con cui si è relazionata e del genere di relazione è solita prediligere. Le ragazze appartenenti a questa categoria pare la diano a tutti, ma non si sa per quale motivo, mai a te. Si dimostrano simpatiche, spesso un po’ eccessive e allusive, buone compagne di lezione, ma ad ogni modo, al momento di concludere, opteranno matematicamente per un altro ragazzo, in grado di massimizzare la loro soddisfazione.

Il suddetto modello presenta però più di una falla. Innanzi tutto non è prevista una oggettiva classificazione, in quanto, la griglia è compilata secondo le nostre percezioni, in particolare riguardo l’attitudine. Chiunque si sia imbattuto in una Mela, e, per un’inspiegabile congiunzione astrale sia riuscito a diventarne “amico” intimo si è poi reso conto che questo genere di ragazza spesso si dimostra meno troia di quanto si sperava, almeno sul lato pratico. Anche la variabile della percentuale di riuscita è vittima di fluttuazioni impreviste. Una ragazza che ad un primo impatto può sembrare priva di corteggiatori, in seguito può rivelarsi irraggiungibile, e come detto nella Nota, viceversa.
Inoltre non ritengo così semplice classificare tutto il genere femminile in quattro classi, per il semplice motivo che le eccezioni risultano essere più numerose di quanto la regola non voglia far intendere. Ogni persona delinea meglio la propria personalità man mano che la conoscenza diventa più approfondita, si scoprono gusti, punti in comune, affinità e divergenze, ci si affeziona e disaffeziona.

Cucire addosso ad ragazza una qualunque definizione, per poi poter elaborare una metodologia per conquistarla, risulta equivalente a cercare di vincere una partita a scacchi usando solo operazioni matematiche e calcolo probabilistico. E’ volgare cercare di prevedere l’altrui mossa e agire di conseguenza, la natura umana privilegia l’estro, sempre.
Non me ne voglia il povero Deep Blue, ma io sono dalla parte di Kasparov. E sì, anche se l’anno successivo ha perso. In ogni modo le ragazze, in genere, sono maledettamente più complicate degli scacchi, e questo la dice lunga sul livello di difficoltà della partita sentimentale.
Dove finirebbe tutta l’emozione, tutta l’adrenalina che proviamo nell’intraprendere una sfida così avvincente? Noi giochiamo per il gusto di giocare, non per il premio.

Ps: I nomi e/o le circostanze sono frutto della fantasia dell'autore e non hanno alcuna attinenza con la vita reale. A parte Deep Blue e Kasparov che sono reali, sia i nomi che le persone.

Pps: Deep Blue è un computer, non una persona.

mercoledì, settembre 20, 2006

Capitolo XXXVIII - Charlotte

[...]Non fraintendete, non era una bugiarda, era quel tipo di ragazza che preferisce omettere. Il problema era che aveva omesso ai suoi di aver tentato il suicidio diverse volte. Questo fino ai 15 anni, quando fu scoperta. Se pensiamo che questa volontà si manifestò dal compimento dell’undicesimo anno e fu reiterata fino al quindicesimo, la faccenda assume connotati grotteschi; voglio dire, la causa scatenante non può essere nemmeno annoverata sotto la voce “settimana storta”.

In ordine temporale i più celebri tentativi di suicidio eseguiti da Charlotte:

1. Ingoiare le 11 candeline della torta di compleanno. Erano 11, troppo poche. (Non so quale sia la dose letale, in ogni caso, credo che questo metodo possa tornare utile con l’avanzare del tempo.)
2. Tentare di rimanere nella posizione del morto in piscina. Ovviamente con il volto immerso. (Non è riuscita a trattenere il respiro per più di una ventina di secondi.)
3. Cercare di diventare un parafulmine umano, una volta issatasi sul tetto di casa. (Non mi è del tutto chiara la dinamica, ma pare si fosse issata durante una nevicata e non un temporale.)
4. Cercare di farsi trafiggere da un aquilone in caduta libera. (Evidentemente l’altezza dalla quale era partita la picchiata del suddetto mostro dei cieli non era abbastanza elevata. Va da se che il fatto che fosse costruito con materiali scadenti abbia inequivocabilmente permesso alla giovine di sopravvivere all’impatto.)
5. Tentare di cadere da un albero. Il problema era salirci. (In ogni caso questo resta, fino ad ora, il tentativo che si è maggiormente avvicinato allo scopo. Il braccio infatti si è lievemente scorticato sotto il gomito, che ancora oggi presenta una piccola cicatrice, almeno così mi hanno detto.)

E infine il mio preferito…

6. Tentata autoimpiccagione. (In effetti la piccola passò circa una settimana a studiare i nodi scorsoi, a imparare la loro composizione e il corretto utilizzo. Durante questa settimana si esercitò con i lacci delle scarpe. Una volta pronta e sicura di poter giungere dritta alla meta, si rese conto di non avere una corda abbastanza spessa e resistente; non sapendo dove reperirla si scervellò su chi mai potesse vendere una corda da impiccagione, in Svizzera. Motivata ma sull’orlo di una crisi di nervi si presentò al primo negozio di utensileria, tuttavia le fu impossibile acquistare il tanto agognato prodotto a causa di una legge che ne vietava la vendita ai minorenni. Così, dovette ripiegare su una sorta di corda di seconda scelta per imballaggi, tranquillamente acquistabile anche dai non maggiorenni. Quando il tutto fu pronto non fu la corda a tradirla ma il lampadario alla quale la sottile fune era stata legata. Esso venne giù trascinando alcune con se parti di intonaco. Ancora una volta il tentativo era fallito.)

giovedì, settembre 14, 2006

Capitolo XXXVII - Don Mazzi

Ero alla Fnac. Cazzo, era lì, all'ultimo piano che parlava. Presentava un libro. La stanza era piccolina, illuminata e lui aveva un microfono in mano.
Don Mazzi vestito in jeans e polo blu, molto informale. Don Mazzi membro segreto dei Velvet Underground, con occhialoni da sole inspiegabili al chiuso, in una conferenza, mentre parla, manco dormisse. Gli darà fastidio la vista del pubblico. Non so cosa dica, non ci bado. E' lì con il suo capello ribelle alla George Clooney che ammonisce su qualcosa. Lo capisco dal dito. Ha il dito inquisitore Don Mazzi. Fosse vissuto qualche secolo fa il suo dito sarebbe stato più temuto. Già mi immagino Don Mazzi a capo dell'Inquisizione. Col suo dito mette a morte milioni di persone. E senza apparire in tv. Che poi in un libro che cazzo ci scrive Don Mazzi? Voglio dire, non ha il ruolo di Ruini, quello che sancisce cosa è giusto o sbagliato per la chiesa cattolica, ed è ovvio che tutto ciò che sarebbe giusto per le persone normali, per lui è sbagliato; Don Mazzi di che parla nei suoi libri? Dall'alto di che perla? Don Mazzi sa scrivere? Don Mazzi inserisce anche solo una volta, tra le righe, una parolaccia? Don Mazzi quando va in tv si prepara in qualche maniera? E se sì, cosa fa? Ha riti scaramentici? Don Mazzi crede nel sovrannaturale? Si fa truccare prima di apparire in tv? Don Mazzi è sincero, recita, si autocensura, spara stronzate a raffica? Quante altre domande vorrei fare a Don Mazzi.

Don Mazzi, ma c'è vita nell'universo? Beh, un po' il sabato sera.

mercoledì, settembre 13, 2006

Capitolo XXXVI - Ordinaria Amministrazione

Ieri dovevo andare a fare l'esame. Informatica. Con tranquillità mi preparo a farmi la doccia. Cazzo non va la caldaia. Si scatena ovviamente il dramma. Preso da eccessiva foga decido in ogni caso di farmi la doccia, che sono un uomo tutto d'un pezzo. Di ghiaccio cazzo. Esco con la temperatura corporea a 20 gradi. Ora è una casino, ho litigato in pratica con tutta la mia famiglia. Perchè evidentemente, nessuno capisce le mie esigenze e oltretutto è un periodo di umore nero. Cambiasso è fuori per un mese. Mi sento abbandonato da tutti. La casa ogni giorno ha un problema, che cazzo, sembra che Al Qaeda si sia convinta che sono un loro ottimo obiettivo, non da ammazzare, da far impazzire. Io ovviamente sono il tipico ragazzo che odia che qualche sconosciuto entri in casa sua. Figurarsi come sono contento. La pizzeria sotto casa mia fa la pizza mettendo 3 fette di salame, sì proprio 3 di numero. L'atm sciopera esattamente negli orari che mi servono. Domani inizio il secondo anno con l'umore giusto! Che poi in realtà io questi problemi quotidiani li vedo insormontabili. Cioè, da una parte non me ne frega niente, dall'altra mi uccidono. Sarà che è anche la prima volta che mi trovo a dovermi confrontare con una realtà che non conoscevo, intendo quella degli aggiustatori di caldaie.

Sarà che è gente fredda. Sarà che non c'è il mare a Milano.

domenica, settembre 10, 2006

Capitolo XXXV - Esteban Cambiasso

Io avevo un centrocampo stellare al fantacalcio. Simplicio, Diana, Seedorf, Mancini, Kakà. In panca mi metto Cambiasso. Si prenderà di sicuro un'ammonizione. L'Inter poi gioca in trasferta a Firenze. Non è una partita facile. Sicuro delle mie scelte non guardo nemmeno diretta stadio. Poi la curiosità. Leggo il risultato sulla schermata. Inter 2 Fiorentina 0. Di sfuggita vedo il nome di Cambiasso nel tabellino dei marcatori. Vabbè, solita sfiga. Poi accade il dramma. Mi rendo conto che c'è SOLO il nome di Cambiasso tra i marcatori. Oh cazzo. L'ho lasciato in panca e sto qui mi fa doppietta! Come se non bastasse fa pure l'assist del 3 a 0. L'ho sonoramente preso nel culo. Non so come finirà il match, ma non è possibile mandare giù il boccone amaro. Io chiedo scusa a Estaban! Io non dubiterò mai più di Esteban! Io adoro Esteban! Io mi genofletto davanti a Esteban! Esteban è quantità e qualità. Generoso e concreto. E segna pure. Soprattutto se non lo metto in campo, ovvio. Altrettanto ovvio che colui che starà in panca per lasciare spazio a Cambiasso, la prossima giornata, segnerà minimo 3 goal. E' che ho sfiga! La campagna acquisti è come al solito spaziale. E' l'allenatore che fa le scelte sbagliate. Il problema è che non mi posso mica licenziare. Cazzo!

Estaban, in battaglia, penserò a te.

domenica, settembre 03, 2006

Capitolo XXXIV - Dr. House

Oltre alla bellezza intrinseca di vedere risolte tragedie inveraconde i telefilm sui medici hanno da sempre due punti di forza: sesso tra dottori, tra dottori e pazienti, tra pazienti, etc. ; quanto è fico il dottore.
House è fico perchè è il classico tizio dal sarcasmo nero, ed è maledettamente intuitivo. House ha occhi così blu che le mille bolle di Mina in confronto sono di un azzurrino spento. House è in controtendenza, sempre, e ha una percentuale di successo, in questo campo, che gli invidio. House si poteva fare la più figa dell'ospedale, ma si sa che è innamorato di quell'altra, quindi non c'è stato.
Io Dr. House lo seguivo già dalla prima serie, e mi piaceva parecchio, mi ricorderò sempre di lui che attacca con gli Who a palla, altro che quei dottori di oggi. Il suo problema alla gamba è chiaramente dovuto ad un esagerato uso del doppio-pedale-tritacarne. Il suo passato metal che riemerge. Se ve lo state chiedendo, House ha un passato metal, per il semplice fatto che tutti hanno un passato metal. House è l'unico con la faccia un po' come il culo, che va a dire cose cattive ad una bambina di 9 anni che ha 2 tumori e Cristo sa solo cos'altro. House è stato già troppe volte soggetto di diverse frasi in questo post, senza neanche usare un sinonimo. House è l'uomo di ferro, è il dottor Cox di Scrubs, ma più geniale, incazzoso e sofisticato; meno routinario, ammesso che questa parola esista, la radice è routine. Solo House ha diritto al diminutivo Dr. con la d maiuscola, tutti gli altri sono semplici dottori senza abbreviativo e con la d minuscola.

House non si ferma davanti a niente. Beh, diciamo che vacilla solo davanti alla presentatrice di Anno Zero...