venerdì, ottobre 26, 2007

Capitolo LXXIII - Conversation Society

- Sì ma cos'è?
- Una model house!
- Tipo Arrested Development?
- Sì esatto.
- E cosa ci fa nella bassa modenese?
- Le costruiscono anche qui le case sai...
- Ma perchè abbandonate?
- Non è abbandonata, è un progetto. In realtà tra un po' la metteranno a posto e la venderanno.
- Come fai a sapere queste cose?
- Mio padre.
- Ah già è vero. Ti ha consigliato lui di portarmi qui?
- Non ci parlo di queste cose con mio padre. Ti ho portato perchè mi piace il posto. E' romantico.
- Uhm. Sì, credo di sì.
- Dai cazzo, dì qualcosa di romantico. Sei tu l'artista no?
- E' bello qui.
- Vabbe, potevi sforzarti un po' di più...
- Sei incinta?
- Ma che cazzo dici? Sei scemo? Chi mi avrebbe messo incinta, lo Spirito Santo?
- La Madonna non fece tutta questa ironia...
- Ma che diavolo ti salta in mente.
- Boh pensavo mi dovessi dire una cosa seria.
- Ma tu sei tutto scemo.
- Ti ricordi quella volta che ti portai la merendina in classe?
- Sì certo. C'avevi attaccato sopra un post-it con scritto "mangia".
- Era carina come idea. Mi sembravi un po' magra...
- Ma poi perchè devi cambiare discorso in continuazione.
- Perchè non so cosa dire, qui è perfetto.
- Sediamoci sui gradini, ti verrà qualcosa da dire.

Per la cronaca, non mi è venuto niente da dire. Siamo stati lì almeno un'ora a fare cose stupide, tipo ricordare quella volta in cui a Indovina Chi? sono dovuto ripartire da capo perchè, con solo 3 personaggi ancora presenti sul tabellone, lei si accorse che Bernard, beh, Bernard aveva il cappello.

Siamo stati abbracciati per un po' di tempo, sì qualche bacio c'è stato, ma di quelli innocenti, di quelli che si danno alle medie. Alle medie di quando le facevo io le medie. Non le medie di adesso. Prima che inventassero il gioco della bottiglia, o meglio, prima che io vi partecipassi. Poi tutti a rinnegarlo eh... Secondo me è un gioco che ha il suo perchè nello sviluppo sessuale di ogni ragazzino. Non sarà il massimo dell'igiene, ma permette di baciare un numero così elevato di ragazze che sarà praticamente irreplicabile in un ipotetico futuro da persona matura.

Mi ha anche chiesto come mai stiamo così bene insieme. Le ho risposto che secondo me è una questione di fisionomia. Nel senso che lei è alta poco meno di me, e quando ci abbracciamo non abbiamo grosse difficoltà; mi piace come si veste e a lei piace come mi vesto io; tutto sommato è abbastanza chiaro chi dei due sia la donna e chi l'uomo; ascoltiamo musica diammetralmente opposta, ma abbiamo canzoni che sentiamo solo se stiamo insieme.

Mi ha detto che di solito a queste domande non si risponde. Si definiscono domande retoriche.

mercoledì, ottobre 17, 2007

Capitolo LXXII - La Prima Volta Che Vidi Una Model House

Stiamo zitti per un po'. La mia coscienza ora tace, parla Martina. Le solite cose, com'è dura la vita, come le piacerebbe andare a divertirsi ogni tanto. Le faccio presente che di solito è lei a dirmi dove andare la sera, cioè dove va lei, io mi adeguo.
Mi chiamano i miei per sapere come vanno le cose a Modena, se è tutto ok etc. Sì è tutto ok. Riaggancio e Martina mi fa salire sul motorino, come al solito come passeggero. Di solito quando vado con lei in motorino mi tengo il più stretto possibile, non solo perchè è una buona occasione per starle davvero incollato, ma soprattutto perchè guida in maniera spericolata. E' la peggior ragazza al manubrio del mondo. Anche al volante è un disastro, una volta, in un parcheggio, ha tirato già un cartello di diritto di precedenza; è scesa dall'auto, mi ha guardato, è risalita. Io ero in macchina con Tommaso quella sera, per fortuna. In realtà poco prima che lei investisse il cartello Tommaso mi avvisò.

- Guarda che tira giù il cartello...
- Suonale!
- Naaa...

Forse non siamo immuni da colpe.
Mentre siamo in motorino mi accorgo che non sta andando a casa mia, ma sua. Durante il tragitto mi accorgo che non stiamo più andando a casa sua. Accenno qualcosa di circostanza.

- Dove stiamo andando?
- Tranquillo, fidati.

Ho già detto prima che non mi sono mai fidato di lei, l'alternativa però sarebbe saltare in corsa da un motorino. Le possibilità di sopravvivenza sono minime. Mentre valuto i pro e i contro della situazione siamo ormai in campagna. Si ferma. Mi mostra una villa abbandonata, ma in ottimo stato. A parte la polvere e i rampicanti.

- Sapevo ti sarebbe piaciuta.

lunedì, ottobre 08, 2007

Capitolo LXXI - I'll Be Your Mirror

Quando rientro è già tutto sparecchiato. Le stoviglie incrociano l'acqua del rubinetto, chi non lava i piatti parla in soggiorno. Martina ormai ha fatto amicizia con Charlotte e le racconta cose buffe sul conto di qualcuno, temo il mio. Quando mi vede rientrare si interrompe e viene verso di me.

- Ce ne hai messo di tempo per finire una sigaretta eh...
- Ne ho fumate 2.
- Andiamo a bere qualcosa fuori?
- Va bene.

La tratto sempre con una superiorità che sembra cercata, in realtà è solo insicurezza profonda verso di lei. Io di Martina non mi fido. Mi comporto a metà tra un fidanzato e un fratello maggiore, e non capisco mai se anche lei sia consapevole di questo, che non la prenda sul personale.
Hanno aperto un nuovo locale dove mi vuole assolutamente portare, dice che è bellissimo, che ci sono tanti libri, tanti orologi alle pareti. Da fuori risulta quasi essere un grande soggiorno dove ci si siede e si conversa, i libri ci sono, gli orologi a parete pure. Sono orologi un po' particolari, design da urlo. In effetti è carino qui, e il servizio puntuale.

- Beh non prendi dagli scaffali un libro di Isabel Alliende?
- Non leggo Isabel Alliende.
- Sì è vero. E' una di quelle cose che mi hanno fatto sempre stravedere per te. Hai presente tutte le ragazze che conosci per caso, che ti sembrano acculturate? Sono tutte in fotocopia, Baricco, Alliende, Yoshimoto, Neruda, Baudelaire.
- Baudelaire mi piace.
- Lo so che ti piace. Però almeno tu non lo ostenti, non ostenti la cultura che hai, sei superiore a questo genere di cose. Non ti riferisci alla Yoshimoto con l'appellativo di Banana, come se fosse tua amica d'infanzia, non consideri Baricco il più grande scrittore vivente.
- Tu non sei proprio immune dall'ostentazione però...
- In che senso?
- Nel senso che ostenti una contro-ostentazione.
- Hai ragione, ma vedi non posso capire il perchè tutte queste ragazze leggano la stessa roba. La stessa fottutissima roba.
- Fa parte di quel paniere di prodotti pseudo alternativi che fa figo conoscere.
- Tipo?
- Per un ragazzo Bukowski e qualche altro poeta maledetto a caso.
- Io e te in fondo siamo così diversi.
- Tu pensi che non sia alla tua altezza, tu non ti fidi delle persone.
- Io mi fido delle persone, non mi fido della maggioranza delle persone.
- Perchè il tuo bagaglio culturale dovrebbe essere superiore a quello degli altri?
- Perchè ho dei miei gusti, per brutti che siano. Ho sempre preso posizioni, estreme e non. Sono sempre stato diretto e sincero anche quando non mi conveniva.
- Vedi, anche adesso ti senti superiore a me. Come se io fossi la ragazza carina ma scema, l'oggettino da mostrare agli amici; quando mi cerchi devi sempre darti una giustificazione, come se ti facesse paura ammettere che sono importante per te.
- Sono così con tutti non solo con te.
- Non lo sei più da tempo. Sei rimasto così solo con me. Perchè?
- E' il mio modo di proteggere le cose care.
- Sminuendole?
- Sminuendole a me stesso, per non restarne intralciato, sì.
- Intralciato?
- Cosa succederebbe se un giorno mi ritrovassi a pensare al plurale?
- Penso saresti davvero felice.